Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 12 maggio 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

L’assunzione di amfetamina peggiora i sintomi della schizofrenia. Dall’Australian Survey of High Impact Psychosis è emerso uno stretto rapporto fra uso nel corso della vita di amfetamina, in qualità di sostanza psicotropa stimolante d’abuso, e più gravi manifestazioni cliniche di psicosi. In 347 pazienti diagnosticati di schizofrenia secondo i criteri ICD-10, l’uso dell’eccitante psicomotorio era associato a sintomi molto più pronunciati e disturbanti, verosimilmente per l’induzione di disfunzioni dei sistemi dopaminergici e attraverso una accresciuta vulnerabilità depressiva. [Cfr. Voce A., et al. Psychiatry Research 265: 19-24, 2018].

 

Arginina-Vasopressina (AVP) nel fluido cerebrospinale quale marker di autismo. Parker e colleghi hanno scoperto in primati non umani che le concentrazioni di AVP nel fluido cerebrospinale possono costituire un indicatore specifico di differenze nella tendenza a socializzare fra gruppi di scimmie. Successivamente hanno accertato, in un piccolo campione pediatrico, che i tassi di AVP nel fluido cerebrospinale erano più bassi nei bambini affetti da disturbi dello spettro dell’autismo (ASD) rispetto ai bambini non affetti. Parker e colleghi hanno poi dimostrato che le concentrazioni liquorali di AVP erano sufficienti per individuare con assoluta precisione i casi di ASD e distinguerli dai bambini sani fungenti da controllo. [Cfr. Sci Transl Med. 10 (439), 2018].

 

Uno studio finlandese dimostra che la sauna riduce il rischio di ictus. Uno studio longitudinale di lunga durata, che ha valutato 1628 uomini e donne di età fra i 53 e i 74 anni nel “Finnish Kuopio Ischemic Heart Disease prospective cohort study” con abitudini alla sauna una volta, 2-3 volte o 4-7 volte a settimana, ha dimostrato un rischio decisamente più basso di ictus rispetto alla popolazione media. [Kunutsor S. K., et al. Neurology May 2, 2018].

 

Una microdelezione associata all’autismo invalida la connettività funzionale prefrontale. La microdelezione 16p11.2, tanto nel topo quanto nell’uomo, causa modificazioni funzionali associate a deficit socio-cognitivi. In particolare, nell’uomo la connessione tra regione frontale e temporo-parietale è più debole; nel topo un simile quadro prefrontale era associato ad alterate connessioni talamo-prefrontali e ridotta sincronizzazione funzionale di lungo raggio. [Bertero A., et al. Brain – AOP – doi: 10.1093/brain/awy111, 2018].

 

Un digiuno di 24 ore accresce la funzione delle cellule staminali intestinali. Oltre ai benefici diretti ed indiretti sul cervello, attraverso il miglioramento di parametri cardiovascolari, le restrizioni dietetiche favoriscono, nell’età media e avanzata, l’espressione di geni normalmente silenti ed espressi solo durante la giovinezza. Un nuovo studio ha dimostrato un effetto straordinario di un digiuno di 24 ore sulle potenzialità rigenerative dei tessuti, normalmente ridotte con l’avanzare dell’età: in topi giovani e anziani ha accresciuto la funzione delle cellule staminali intestinali mediante l’induzione di un programma di ossidazione degli acidi grassi. Interessante notare che l’induzione farmacologica di questo programma biologico induce molti effetti del digiuno. [Cfr. Mihaylova M. M., et al. Cell Stem Cell 22 (5): 769-778, 2018].

 

Incontro di aggiornamento su Danio rerio, organismo modello per le neuroscienze. Danio rerio (zebrafish) o Danio zebrato, un colorato pesciolino striato dalla struttura semitrasparente che da molto tempo rappresenta uno degli organismi modello preferiti dalla ricerca neurobiologica, costituisce una delle 2914 specie di acqua dolce dei Ciprinidi (Cyprinidae), ed è stato già in passato oggetto di un nostro aggiornamento (v. in AGGIORNAMENTI, e v. un’immagine di due esemplari in RUBRICHE--COPERTINE). Un incontro, che ha avuto luogo lo scorso venerdì, ha posto all’attenzione e alla riflessione dei soci alcuni recenti progressi della ricerca che hanno avuto questo ciprinide per protagonista.

Per studiare il comportamento animale, la realtà virtuale (VR) si è dimostrata molto utile, ma i sistemi tecnologici di VR attualmente in uso limitano notevolmente i movimenti degli animali. Stowers e colleghi hanno realizzato un sistema che consente lo studio di animali liberi di muoversi: FreemoVR. La nuova “piattaforma” è stata validata per topi, insetti e, appunto, per Danio rerio. Realizzando una simulazione foto-realistica di questi pesciolini striati, i ricercatori sono riusciti a scoprire la base di un comportamento sociale, consistente in un compromesso fra la direzione di movimento preferita e le interazioni con i co-specifici (Stowers J. R. et al., Nature Methods 14 (10): 995-1002, 2017).

Un altro studio, di tutt’altra natura, proposto all’attenzione dei soci, è stato condotto da Patrikainen M. S. e colleghi, ed è consistito nell’identificazione di una nuova PTX (pentraxin) anidrasi carbonica (CA) nel pesciolino d’acqua dolce (Peer J. Dec. 7, 2017: 5: e4128). Il genoma dei vertebrati generalmente contiene loci genici per 15-21 differenti isoforme di CA, tre delle quali sono enzimaticamente inattive. CA VI è l’unica proteina secretoria delle isoforme enzimaticamente attive. Il team di Patrikainen ha scoperto che la CA VI, in specie animali diverse dai mammiferi, contiene all’estremo C-terminale un dominio PTX: una nuova combinazione CA-PTX.

Un lavoro realizzato in prevalenza da istituti di ricerca russi in collaborazione con The International Zebrafish Neuroscience Research Consortium (ZNRC) di Slidell, in Lousiana (USA), ha impiegato il pesciolino striato per studiare il meccanismo d’azione dell’amitriptilina, un antidepressivo triciclico che agisce inibendo la ricaptazione di serotonina e noradrenalina ma, verosimilmente, anche attraverso varie altre azioni non ancora conosciute. Oltre a ridurre il ricambio della serotonina come altri triciclici, l’amitriptilina elevava in tutto il cervello i livelli di noradrenalina e dopamina. Quest’ultimo effetto, mai riportato in precedenza in questo modello, era accompagnato da una più alta espressione cerebrale di tirosina idrossilasi, enzima della tappa limitante la biosintesi delle catecolamine, e da un’espressione inalterata della dopamina-β-idrossilasi e monoamminossidasi, ossia gli enzimi del metabolismo della dopamina. Complessivamente, tutti i dati sperimentali emersi confermano l’importante ruolo della modulazione delle monoammine nella regolazione del comportamento associato all’ansia in Danio rerio, e forniscono un supporto all’impiego di questo organismo per lo screening in vivo dei farmaci del sistema nervoso centrale (Meshalkina D. A., et al. Neurochemical Research AOP – doi:10.1007/s11064-018-2536-5, 2018).

 

Notule

BM&L-12 maggio 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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